America’s Cup, appalto su misura

Il Comune cerca una supersocietà per allestire il Villaggio della Villa Comunale per la Coppa America. Ma i criteri di assegnazione sono talmente esclusivi da sembrare cuciti su misura. Una misura extralarge. L’azienda, infatti, deve aver fatturato almeno 30 milioni all’anno tra il 2008 e il 2010 e nello stesso periodo deve aver organizzato tre megaeventi internazionali (meglio se sportivi). In Italia società del genere sono più uniche che rare. La più conosciuta di tutte è la Jumbo Grandi Eventi, che, in realtà, ha numeri ben più grandi e che ha nel curriculum Olimpiadi, Campionati mondiali di Calcio, la stessa Coppa America di Vela (quella disputata a Valencia), il G8 dell’Aquila. Un vero colosso per i tre milioni di euro previsti per l’appalto. Chiaramente non è assolutamente detto che la Jumbo parteciperà alla gara, né che vincerà una società italiana. È certo che si tratterà di una grandissima azienda per un evento altrettanto importante. La megasocietà dovrà occuparsi di tre aspetti: allestimento dell’area multifunzionale denominata “Public Event Village”, realizzazione del programma di intrattenimento, realizzazione del piano di comunicazione nazionale per la promozione dell’evento sportivo.
Sul sito del Comune è apparso un avviso che invita le società, che abbiamo i pochi ma esclusivissimi requisiti indicati, ad inviare la propria proposta entro le 12 di sabato. Le domande dovranno essere consegnare rigorosamente a mano. Non ci sarà un bando perché l’assegnazione avverrà attraverso la cosiddetta procedura negozianta (un meccanismo straordinario previsto dall’articolo 57 del codice degli appalti).

pubblicato su il Giornale di Napoli del 14 febbraio 2012

Coppa America, ecco come sarà la nuova scogliera

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È un sabato insolito nel palazzo del Provveditorato per i lavori pubblici in via Marchese Campodisala. Gli uffici non sono chiusi, la sala del parlamentino al piano terra è già affollata dalle 10. È il termine ultimo per la consegna delle offerte per la realizzazione delle opere dell’America’s Cup. Ci sono due gare. La prima, quella per la scelta del coordinatore dei lavori in fase esecutiva, è vinta dall’architetto Giancarlo Battista, napoletano, che se l’è aggiudicata con un ribasso del 62,85%. Per i 45 giorni dei lavori porterà a casa circa 20mila euro. La seconda è quella per l’allungamento della scogliera della Rotonda Diaz. L’appalto è di poco più di due milioni di euro, si gioca al ribasso, col metodo del taglio delle ali (il numero che più si avvicina alla media tra l’offerta più alta e quella più bassa). Le proposte sul tavolo della commissione sono 31, ci sono imprese da tutta Italia, alcune molto grandi come la Sales di Roma, il Consorzio stabile grandi opere di Civitavecchia. Dopo otto ore di lavoro viene selezionata l’offerta dell’impresa Arena Fortunato Srl di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, con un ribasso del 31,827%. Insomma, la spesa sarà poco superiore a 1,4 milioni di euro, Iva esclusa. Più di mezzo milione risparmiato.
Per i controlli sulle aziende il provveditore Giovanni Guglielmi ha chiesto una task force tra Agenzia delle Entrate, Camera di Commercio e Ministero della Giustizia. È stato firmato un protocollo di legalità per prevenire tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. Se tutto fila liscio, domani verranno consegnate le aree dei lavori. Saranno anche spostati i quattro chioschi che vendono taralli alla Rotonda Diaz. I fondali sono stati già controllati dai tecnici del Provveditorato e non sono stati rinvenuti né ordigni bellici né reperti archeologici. Per questo nel giro di una settimana comincerà il traffico dei camion sul lungomare. Per rendere tutto più facile ci sarà una corsia dedicata sul lungomare. In meno di 45 giorni dovranno trasportare 2.500 tonnellate di massi al giorno. Ogni mezzo, per legge, ne potrà contenere al massimo 36, saranno, quindi circa una settantina i mezzi che quotidianamente attraverseranno la città. Le cave da dove arriveranno le pietre sono quelle del Casertano. «In situazioni normali per un lavoro di questo genere ci vogliono anche sei mesi», dice uno degli imprenditori che ha partecipato alla gara.
Si è giocato tutto sul filo, in tempi strettissimi, tutti sono rimasti con il fiato sospeso fino a ieri. Solo venerdì sera, infatti, è arrivato il decreto sindacale firmato da Luigi de Magistris che approvava quanto deciso nella conferenza dei servizi. Un documento senza il quale la gara non si sarebbe potuta fare. Adesso, per avviare la realizzazione della scogliera, manca ancora un documento: l’approvazione da parte della Sovrintendenza del progetto per la sicurezza degli elementi architettonici. Insomma, si dovrà garantire che scale, piattaforma e balaustre della Rotonda Diaz non verranno intaccate dai pesanti mezzi di trasporto.
Il progetto è stato approvato dal sovrintendente anche grazie alla documentazione fotografica prodotta dai progettisti del Provveditorato, con la quale si è dimostrato che non ci sarebbe stato un grande impatto ambientale ed architettonico. La scogliera sarà allungata a Sud di 85 metri e a Nord di 75 per permettere l’ormeggio delle imbarcazioni di gara.
Ma l’approvazione del piano è vincolata alla rimozione almeno della parte emergente della struttura. Per questo sono già previsti 750mila euro. In totale i fondi europei Por-Fesr messi a disposizione dalla Regione ammontano a 4 milioni di euro (il sindaco ha smorzato le polemiche sui fondi Ue dicendo che «le spese saranno bassissime e trasparenti e altissimi i benefici»). Parte della spesa, circa 150mila euro, è destinata anche agli studi meteomarini per verificare la possibilità di lasciare almeno la parte che si trova sotto il livello del mare della scogliera. Questo permetterà, nel tempo, il ripascimento della spiaggia.
(dal Roma del 5 febbraio 2012)

Coppa America, il cronoprogramma di tutte le opere


Per quanto riguarda il restyling della Villa Comunale, questo consisterà in una manutenzione straordinaria dei giardini. Mentre il restauro vero e proprio riguarderà solo la cassa armonica, che sarà un luogo simbolo del villaggio e il podio delle premiazioni finali. L’intenzione è quella di riportare l’antica passeggiata a quando fu restaurata per il G7 nel 1994. Per il villaggio, il cui progetto è in via di definizione, si tratterà di installare solo delle strutture leggere, degli stand che non hanno alcun impatto serio dal punto di vista architettonico.
La conformazione della scoglierà varierà temporaneamente. Sarà allungata di 75 metri verso Nord e di 85 verso Sud. Subito dopo la manifestazione, saranno rimossi gli scogli sopra il livello del mare. Ma sarà effettuata anche un’altra operazione. Il muro borbonico sarà liberato per 200 metri dalle scogliere installate negli anni Ottanta e, così come previsto anche nel Prg, sarà visibile il muro in pietra grigia dell’Ottocento. Eliminando gli scogli sarà anche recuperata la spiaggia ora nascosta, rendendo più ampio lo spazio disponibile per la balneazione. Insomma, la Coppa sarà un’occasione per riqualificare parte del lungomare.

(dal il Giornale di Napoli del 3 febbraio 2012)
articolo ripreso anche da DAGOSPIA

Consensi record per De Magistris, tutti i rischi della rivoluzione

L’onda della rivoluzione arancione porta Luigi de Magistris in cima alla classifica dei consensi per i sindaci, ma come dimostra il caso Renzi non è facile tenere la posizione. A sei mesi dalle elezioni, del resto, per la giunta dell’ex pm sono arrivati i primi scossoni. Basti pensare alle polemiche sulle dimissioni del presidente di Asìa, Raphael Rossi. Il giovane tecnico, presentato come il paladino dei rifiuti, è stato fatto fuori dall’amministrazione al primi intoppo. Nessuna parola convincente sui motivi del siluramento. Stessa cosa per le dimissioni di Roberto Vecchioni, nominato presidente del Forum delle Culture e sommerso dalle polemiche dopo la sua richiesta per il compenso: «220mila euro all’anno, devo rinunciare ai miei concerti». Inutile il suo passo indietro: «Lo faccio gratis». Dopo un mese il cantautore ha lasciato, anche stavolta con parole ambigue. Ci sono poi le figuracce sugli annunci: l’80% della differenziata, si è trasformato alla fine dell’anno in un risicato 21%, poco più della Iervolino dei tempi migliori. A questo vanno aggiunte le scelte discutibili sulla location della Coppa America che ancora oggi, a 80 giorni della manifestazione mettono a rischio le regate. Tutto, chiaramente, sarà cancellato se ai flop corrisponderanno scelte convincenti e risultati certi. Altrimenti la rivoluzione arancione sarà solo un tentativo di rinnovare una promessa mancata: quella del rinascimento.

Addio 2011, per Napoli è stato l’anno della svolta. Forse

I napoletani ci credono e pensano che il 2011 sia per loro l’anno del riscatto. L’emergenza rifiuti ha raggiunto il suo apice e da un anno, ininterrottamente, le strade sono piene di cumuli di immondizia. Non si respira aria buona, il pericolo di infezioni è dietro l’angolo, è una situazione insostenibile, e stavolta non solo nelle periferie. L’Amministrazione comunale non riesce a garantire neanche l’ordinario ed è ormai paralizzata da una situazione politica precaria. Il sindaco Rosa Russo Iervolino non ha i numeri per governare, ci riesce solo grazie all’incapacità e all’attaccamento alla poltrona dei suoi avversari. Il consiglio comunale va puntualmente deserto, i provvedimenti non si approvano e, in più, in cassa non c’è più un euro.
Non c’è più chi pota i giardini, non si riparano le buche, non si pagano le cooperative sociali. La città è in ginocchio, ma nessuno può e sa farci nulla. Il decennio del governo di Rosetta sta per tramontare, mai nessun sindaco nella storia della Repubblica era rimasto tanto a Palazzo San Giacomo. Le ragioni restano un vero mistero. Un fatto è certo: l’abilità politica dell’ex ministro dell’Interno e dell’Istruzione è indiscutibile, il basso profilo dell’opposizione pure. Tant’è che non riesce neanche l’ultimo e unico vero tentativo di “golpe”, le dimissioni di massa della maggioranza del Consiglio. Alcune firme non sono valide. Quando il Prefetto le rispedisce al mittente, qualcuno pensa bene di fare un passo indietro: “Non firmo più”. Rosetta la spunta ancora. È uscita indenne da inchieste giudiziarie che le hanno portato in carcere mezza Giunta, la figuraccia di Pdl e compagnia bella sono per lei solo un’altra medaglia.
I cittadini sono stanchi di queste dinamiche di Palazzo, vogliono una città che funzioni e non vedono l’ora di andare alle urne per dare una svolta, per decidere del loro futuro. Il primo banco di prova sono le elezioni primarie del centrosinistra. Sel tenta il colpaccio candidando l’ex magistrato Libero Mancuso, sarà un flop. Il Pd punta tutto su Umberto Ranieri, anche se c’è pure Nicola Oddati. Ma la spunta Andrea Cozzolino, eurodeputato, delfino di don Antonio Bassolino, che si autocandida, spiazzando tutti, e vince. Scoppia lo scandalo, su quelle elezioni simboliche piovono accuse di brogli, ci mette mano anche la Procura. Alla fine non se ne fa nulla, viene tutto annullato. È l’inizio della fine per il Pd. Siamo alle elezioni, il centrosinistra non riesce a trovare la quadra su un nome che accontenti tutti. La candidatura di Luigi de Magistris non viene accolta bene. L’ex pm decide di correre da solo, appoggiato solo da Idv, Federazione della sinistra e la sua lista “Napoli è tua”. Alla fine Pd e Sel appoggiano Mario Morcone, nome imposto da Roma. Mentre il Pdl ripiega su un candidato pescato dalla società civile: l’ex presidente degli industriali Gianni Lettieri. I pretendenti alla poltrona di sindaco sono, in tutto, sette.
Tutti si aspettano un ballottaggio tra Morcone e Lettieri, nessuno scommette un euro su De Magistris. Lui tiene comizi nelle piazze, senza palco: microfono e amplificatore. Parla alla gente, entra nelle case. Sa comunicare meglio di tutti. È migliore, tecnicamente, la sua propaganda, più adeguato l’utilizzo dei socialnetwork, più interessante il suo messaggio: «La città è nostra, riprendiamocela». Gli altri non riescono a convincere. Il Pd napoletano, ancora commissariato, esce da anni di fallimenti e malgoverno, le primarie sono solo l’ultima batosta che ne segnano la sconfitta totale (conquisterà solo 4 consiglieri). Il Pdl è annichilito sulle vicende giudiziarie dell’ex premier Silvio Berlusconi e del coordinatore regionale Nicola Cosentino. Lettieri ha difficoltà a smarcarsi e De Magistris colpisce duro. Si va al ballottaggio. Morcone è fuori, la sfida è tra l’ex pm e l’imprenditore. Ma l’onda arancione travolge il centrodestra. L’ex magistrato raccoglie voti da tutti gli schieramenti e supera il 65% delle preferenze. Festeggia in piazza con una bandana arancione, il colore del suo movimento, è l’icona del trionfo. A caldo commenta: «Abbiamo scassato, Napoli è stata liberata». Dice che è una vittoria dei cittadini, una vera e propria rivoluzione. È vero. Ma ora bisogna vedere se alla rivolta pacifica dei napoletani contro la partitocrazia, gli sprechi e la cattiva amministrazione corrisponda una politica reale dei fatti. Il sindaco riesce a togliere i rifiuti dalle strade, senza contare su interventi straordinari dello Stato, e questa è già un’impresa. Manda a casa 120 dirigenti esterni. Comincia a realizzare una grandissima Ztl che racchiude tutto il centro antico della città. Porta a Napoli l’America’s Cup World Series. Fa diventare l’acqua pubblica, rispondendo immediatamente alla volontà referendaria. Ma fa tanti annunci, troppi. Il suo entusiasmo è accompagnato da una logorrea che finisce per accrescere le attese e per danneggiarlo di fronte ai fallimenti e ai tagli dei trasferimenti dallo Stato. Le promesse sono tante: da Obama a Napoli a Natale fino all’80% della differenziata entro la fine dell’anno. Per ora siamo al 21,7% di rifiuti riciclati, meno di un punto percentuale in più di quanto fece la Iervolino nel suo momento migliore, un risultato scarso che non ha giustificazioni. Sono passati già sei mesi. I napoletani, presto, chiederanno il conto.