Entro fine mese partirà il bando internazionale per la nuova Edenlandia. Quasi tutti i dettagli sono definiti. Una volta lanciata la gara d’appalto ci saranno 45 giorni per presentare le offerte. Questo significa che, se tutto fila liscio, entro giugno si dovrebbe aprire la nuova era del primo parco giochi del Mezzogiorno. La speranza è che si faccia avanti un investitore internazionale. Già nei mesi scorsi qualcuno ha manifestato il proprio interesse per il Parco. Il limite, fino ad ora, è stato rappresentato da incertezze contrattuali, amministrative e vincoli paesaggistici che hanno caratterizzato l’amministrazione della struttura fino al fallimento della società “Parks and Plaisure” di Cesare Falchero. Ma, soprattutto, dal contesto. Napoli è la città dove nessuno compra i suoli di Bagnoli e dove per l’appalto di una manifestazione internazionale della Coppa America si presentano solo tre società.
Stavolta, però, c’è un vantaggio. A stabilire le regole non sono le amministrazioni pubbliche locali, ma il tribunale fallimentare e, in particolare, il curatore Salvatore Lauria: un tecnico. Commercialista, consulente aziendale, ha fino ad ora gestito una struttura allo sfascio razionalizzando le spese e riuscendo a garantire, nonostante tutto, gli stipendi ai lavoratori e la sopravvivenza degli animali.
Il bando. Il primo passaggio per definire i termini del bando è la certezza sul contratto di affitto dei suoli, di proprietà della Mostra d’Oltremare che è stato chiuso: circa 800mila euro all’anno per 20 anni (rispetto al milione di euro attuale). Senza questa certezza, difficilmente un investitore punterebbe sul Parco. Il secondo punto che è stato definito è che lo zoo non se ne andrà: il vincitore dell’appalto dovrà realizzare un grande parco giochi, nel quale dovrà essere integrata un’area destinata agli animali e al verde che dovrà essere messa a norma (quella attuale non lo è). Insomma, dei 128mila metri quadrati attuali, circa la metà sarà destinata allo Zoo (attualmente 80mila metri sono occupati dallo Zoo, 28mila dall’Edenlandia e 20mila dal Cinodromo). L’area dei giochi triplicherebbe, comunque, la propria superficie. Le strutture vincolate, come le “M” di Mussolini che sono all’ingresso del parco, dovranno essere restaurate. Nel bando sono inseriti, inoltre, dei parametri per le società che presenteranno le loro proposte: fatturato ed esperienza nel settore i parametri fondamentali.
Nuove giostre e pulizia. Ma per migliorare l’appeal del parco il curatore fallimentare ha disposto l’installazione di cinque nuove giostre nell’Edenlandia, che è l’unica struttura che produce fatturato (gli incassi dello zoo sono ridicoli rispetto ad una spesa di gestione che supera i 50mila euro al mese). Inoltre, è stata fatta una pulizia nello Zoo, grazie all’intervento di una task force dell’Asìa. Operazione che non veniva effettuata da svariati anni.
Emergenza finanziaria. Tuttavia, c’è un’emergenza economica seria che deve essere tamponata in qualche modo, vista l’esiguità degli incassi. Per questo è intervenuto direttamente il Comune. Con una determina firmata dal capo di gabinetto Attilio Auricchio è stato disposto il trasferimento di 80mila euro per la “salvaguardia” degli animali che “versano in precarie condizioni di salute”. In realtà, si tratta solo del primo investimento, al quale ne seguiranno altri nei prossimi giorni. L’obiettivo è quello di presentare una struttura dignitosa ai futuri investitori, se ce ne saranno.
pubblicato su il Giornale di Napoli del 10 marzo 2012